Immagine in stile hi-tech di un ufficio moderno: un grande display trasparente con la scritta “SUSTAINABILITY REGULATION”, un laptop aperto su una scrivania che mostra grafici di compliance e un documento “REGULATION” su un tavolo, il tutto in un ambiente blu-tecnologico.

Sostenibilità aziendale e standard climatici: la svolta dell’IFRS S2

Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità aziendale si è trasformato profondamente, evolvendo da semplice valore etico a pilastro strategico essenziale per la competitività delle imprese. L’introduzione dello standard IFRS S2 rappresenta una svolta fondamentale per tutte le aziende, incluse PMI e operatori nei settori real estate e finanza sostenibile, che ora devono dichiarare apertamente i propri obiettivi climatici e i piani per transitare verso un’economia a basse emissioni.

Comunicazione e sostenibilità: da scelta a obbligo normativo

Secondo lo standard IFRS S2, comunicare con chiarezza e trasparenza le strategie di sostenibilità non è più una scelta, ma un obbligo imprescindibile. Lo standard, sviluppato dall’International Sustainability Standards Board (ISSB), impone disclosure dettagliate su governance, strategia climatica, gestione dei rischi e metriche, richiedendo l’uso di scenari climatici per valutare la resilienza dei piani aziendali. Le aziende devono «definire con precisione i propri obiettivi climatici e indicare chiaramente le risorse e le strategie allocate». Questo approccio migliora la sostenibilità comunicativa, rafforzando così la fiducia di investitori, clienti e stakeholder.

Copertina articolo sostenibilità e IFRS S2

Emissioni, metriche settoriali e scenari climatici

Tra i requisiti previsti rientrano la misurazione e comunicazione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 secondo il Greenhouse Gas Protocol, con particolare attenzione ai settori ad alta intensità energetica come il real estate. Viene inoltre richiesta la divulgazione delle ipotesi utilizzate nei transition plan, come l’adozione di tecnologie low carbon, l’elettrificazione dei consumi e l’integrazione di fonti rinnovabili. Le metriche settoriali, come l’intensità energetica per metro quadro o la percentuale di energia rinnovabile utilizzata, diventano indicatori chiave. Secondo EY, IFRS S2 spinge le aziende a integrare la sostenibilità nei propri processi decisionali e ad adottare un approccio forward-looking basato su scenari climatici, dati quantitativi e target verificabili.

Case study: piano climatico e sostenibilità nel settore real estate

Un caso emblematico riportato riguarda una grande azienda del settore immobiliare che ha elaborato un piano di transizione dettagliato in linea con IFRS S2. L’impresa ha dichiarato chiaramente obiettivi ambiziosi: ridurre del 45% le emissioni Scope 1 e Scope 2 entro il 2030 rispetto ai dati del 2020. Ha inoltre specificato dettagliatamente le ipotesi operative del proprio piano, come l’adozione di tecnologie innovative e la completa transizione verso fonti energetiche rinnovabili per gli immobili gestiti.

Rischi fisici climatici e protezione del valore aziendale

Questa strategia di sostenibilità risulta particolarmente importante per il real estate e la finanza sostenibile, poiché gli asset immobiliari sono estremamente vulnerabili ai rischi fisici legati ai cambiamenti climatici, come eventi meteorologici estremi, alluvioni e innalzamento del livello dei mari. Adottare un robusto piano di transizione significa non solo conformarsi agli obblighi normativi, ma proteggere proattivamente il valore patrimoniale aziendale a lungo termine. Inoltre, paesi come il Brasile hanno già adottato IFRS S2 nei requisiti regolamentari, e giurisdizioni come Regno Unito, Australia e Canada stanno introducendo obblighi analoghi. Secondo ADEC ESG, tali standard diventeranno progressivamente una base normativa globale, con oltre 30 Paesi in fase di implementazione secondo il report IFRS pubblicato nel novembre 2024.

PMI e disclosure climatica: da sfida a opportunità

Anche le PMI, spesso limitate nelle risorse, possono trarre enormi benefici dalla pianificazione della sostenibilità. Come sottolineato dagli specialisti del settore, «la disclosure climatica non è un costo, ma un investimento strategico nel futuro dell’azienda». Adottando strategie di sostenibilità trasparenti e ben comunicate, anche le aziende di minori dimensioni possono attrarre più facilmente investimenti sostenibili, migliorare il proprio posizionamento competitivo e ridurre il costo del capitale. Inoltre, l’accesso a finanziamenti legati a KPI ambientali può essere facilitato proprio dalla conformità agli standard IFRS S2. Secondo la Harvard Law School, l’integrazione della disclosure climatica nelle pratiche contabili rafforza la fiducia dei mercati e prepara le imprese a scenari normativi sempre più stringenti.

Conclusione: la disclosure climatica come leva strategica

Gestire con efficacia i rischi fisici e di transizione è quindi diventato non solo una priorità ambientale, ma un imperativo finanziario assoluto. Con IFRS S2, la disclosure climatica si afferma come una leva cruciale per la creazione di valore e un indicatore della maturità strategica aziendale agli occhi di investitori e stakeholder. Chi saprà rispondere tempestivamente a questa nuova sfida, strutturando piani concreti e credibili, avrà un vantaggio competitivo significativo nei prossimi anni. Secondo quanto emerso anche da UN SSE, il settore bancario e finanziario dovrà integrare gli standard ISSB nei propri modelli di valutazione del rischio di credito e allocazione del capitale, rafforzando il legame tra performance ESG e accesso ai mercati finanziari.

Fonti e approfondimenti

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