Rischio Climatico e Coperture Assicurative in Italia: tra Danni Crescendi e Strategie di Prevenzione

L’Italia sta pagando un prezzo sempre più salato per gli effetti del cambiamento climatico: dal 1980 al 2023, i danni provocati da eventi meteorologici estremi superano i 134 miliardi di euro, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per impatti economici legati al clima (QuiFinanza). Solo nel 2023 le perdite assicurate hanno toccato i 6 miliardi di euro, di cui 5,5 miliardi riconducibili a tempeste, grandinate e alluvioni (Materia Rinnovabile).

Una Penisola Sotto Assedio

Il territorio nazionale è fragile e disomogeneo: ben il 94 % dei Comuni italiani è esposto a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera (Facile.it). Eppure, nonostante oltre la metà delle abitazioni (il 55 %) sia situata in aree vulnerabili, soltanto il 6 % delle case dispone di una polizza dedicata ai disastri naturali (Sky TG24). Sul fronte assicurativo, i premi lordi per i rischi catastrofali – che includono sia eventi climatici sia sismici – rappresentano appena il 6,6 % dei premi danni complessivi, di cui l’86 % riferito a fenomeni meteorologici estremi (IVASS).

Premi in Aumento, Coperture più Restrittive

  • Franchigie sempre più elevate, fino al 5–10 % del valore assicurato;
  • Esclusioni più ampie per danni da incendi, alluvioni o terremoti;
  • Rifiuto di nuove sottoscrizioni in zone ad alto pericolo (come le aree montane o le coste più esposte).

Queste tendenze, già evidenti nel mercato globale dell’arte – dove, ad esempio, le polizze “all-risk” coprono tutti i danni non espressamente esclusi solo a fronte di valutazioni dettagliate e costose – si stanno rapidamente estendendo anche al comparto residenziale e industriale.

Verso l’Obbligo Assicurativo per le Imprese

La Legge di Bilancio 2024 ha sancito un passo decisivo: le imprese devono stipulare polizze che tutelino beni immobili, impianti e macchinari dai danni di terremoti, alluvioni, frane e inondazioni. Il Decreto-Legge n. 39/2025 ha poi differito le scadenze:

  • Medie imprese: entro il 1° ottobre 2025;
  • Piccole e micro imprese: entro il 1° gennaio 2026.

Chi non si adeguerà sarà escluso da ogni agevolazione pubblica, dai finanziamenti agevolati agli incentivi per la ripresa post-catastrofe (Wall Street Italia).

Soluzioni Innovative: Polizze Parametriche

In risposta alla burocrazia e ai tempi lunghi di liquidazione, crescono le polizze parametriche: assicurazioni che si attivano automaticamente al superamento di soglie climatiche predeterminate (es. precipitazioni oltre 100 mm in 24 h o raffiche di vento superiori a 120 km/h), garantendo risarcimenti rapidi senza necessità di perizie post-evento.

Prevenzione Fisica: Un Approccio Complementare

Affidarsi solo alle assicurazioni non basta. Come evidenziano le best practice dei collezionisti d’arte privati (Giuditta Giardini, 26 maggio 2025), la prevenzione fisica è fondamentale:

  • Depositare opere in caveau sotterranei con controlli climatici e sistemi antincendio di emergenza;
  • Installare vetri antiurto e sistemi di contenimento per finestre e porte;
  • Pianificare evacuazioni e percorsi di sicurezza, dotandosi di generatori di riserva contro i blackout;
  • Trasferire statue e oggetti fragili in ambienti protetti durante eventi meteo estremi.

Nel settore museale, strutture come il Getty Center hanno dimostrato quanto un’attenta progettazione antisismica e antincendio possa fare la differenza, evitando perdite irreparabili durante gli incendi californiani del gennaio 2025.

Conclusione

L’Italia non può più rimandare: servono investimenti sia nella diffusione delle coperture assicurative – trasformando l’obbligo alle imprese in un’opportunità per premi accessibili e completezza di garanzie – sia in misure di prevenzione fisica, che riducano la probabilità e la gravità dei danni. Solo un approccio integrato, unendo norme più incisive, innovazione assicurativa e interventi infrastrutturali, potrà concretamente rafforzare la resilienza del Paese di fronte alla sfida climatica.

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